Monday, July 1, 2024

QUESTA E' LA STORIA DI TRIXY



Cuscino testa di unicorno- cucito creativo realizzato con l'utilizzo di cotone italiano

Questa è la storia di trixy, una puledra che sognava un futuro magico.

 

Trixy era solita brucare l’erba nel grande campo accanto alla scuderia alla quale era stata affidata, qualche mese prima, dalla sua famiglia umana.

Trixy si era ormai affezionata a quel nuovo ambiente, le piaceva molto quella casetta fatta di travi di legno nella quale si rifugiava dal freddo e dalle intemperie. La scuderia era divenuta il suo posto sicuro, un piccolo spazio che profumava di fieno e famiglia.

 

Come ogni giorno, dopo aver pascolato, la piccola Trixy aveva permesso ai suoi occhi di galoppare fino all’orizzonte, fino a quella linea lontana che, per lei, aveva rappresentato, da sempre, il punto in cui finisce la realtà e inizia il sogno.

Ogni qualvolta i suoi occhi raggiungevano quella linea di confine tra i due mondi i battiti del suo cuore si facevano sempre più veloci. Questo accadeva perché l’orizzonte riusciva a metterla in contatto con uno spazio sacro, una dimensione in cui riusciva a sentirsi davvero sé stessa.

Di questo suo modo di sentire il mondo ne aveva parlato anche con le adulte della scuderia, le quali le avevano assicurato che, oltre quella linea, non esisteva nulla di diverso da quello che era il mondo da questa parte.

 

Trixy era rimasta più volte in ascolto di quello che le più grandi le avevano raccontato eppure, dentro al suo cuore, non aveva mai creduto fino in fondo alle loro parole. In cuor suo, Trixy, sapeva che oltre l’orizzonte esisteva qualcosa di più, qualcosa di magico.

 

Fu di nuovo mattina quando, la piccola, era ancora accovacciata sul fieno in compagnia della sua fantasia. D’un tratto si rese conto che, il suo cuore e la sua mente l’avevano appena condotta in quella dimensione sottile in cui il mondo oltre il confine inizia a vibrare forte dentro di lei. Decise di dedicare ancora qualche istante a questo momento introspettivo prima di alzarsi e raggiungere il suo angolo di campo preferito per mettersi in contemplazione dell’orizzonte.

Trixy, seppur faticava a spiegarsi il perché, sentiva sempre più forte il bisogno di connettersi con il mondo oltre e, per questo, decise che dal quel momento, non sarebbe tornata in scuderia prima dell’imbrunire. 

 

La giornata trascorse come le altre fino a che, d’un tratto, accadde qualcosa di inspiegabile, d’improvviso il tempo sembrava scorrere più lento.

Trixy iniziò a percepire qualcosa di intenso.

Sentiva i suoi zoccoli affondare lenti e decisi nella terra sotto le sue zampe, percepiva le sue palpebre aprirsi e chiudersi con una lentezza che mai prima d’ora aveva conosciuto. Si rese conto di essere entrata in uno spazio in cui tutto si muoveva e si colorava in modo diverso.

Era tutto così strano quel suo modo di percepire ogni cosa, eppure questa cosa non la spaventava affatto.

La luce intensa, tipica del sole quando è ancora alto, aveva l’asciato spazio ad un cielo dipinto di rosa e arancione.

L’aria si era fatta più pungente tanto che, qualche soffio di vento le spostava il ciuffo e la criniera.

A farle compagnia era rimasta qualche piccola mosca che, con il suo fare un po’ dispettoso, le ronzava intono, prima sul naso poi si gli occhi costringendola a scuotere il capo a destra e sinistra, così da interrompere quel ronzio intermittente.

 

Il rumore del silenzio si era fatto assordante e, un brivido sul corpo di Trixy, le aveva richiamato alla memoria il profumo del fieno, era certa che quella sensazione, era figlia della mancanza di quel senso di protezione e sicurezza che solo la scuderia sapeva trasmetterle. Nonostante ciò, quel senso di solitudine non fu abbastanza forte da impedirle di restare lì, ad osservare il sole svanire lentamente oltre quella misteriosa linea di confine.

“E’ tutto così meraviglioso!” – esclamò a sè stessa nell’osservare la naturalezza con la quale il sole era riuscito a superare l’orizzonte. Immediatamente un pensiero si affaccio nella mente di Trixy: “allora non mi sbagliavo, oltre quel confine esiste davvero il mondo che ho sempre sognato!”.

Trixy nitrii, sollevò il capo verso il cielo e promise a sé stessa che, presto, avrebbe realizzato il suo sogno, quello di oltrepassare la linea di confine tra due mondi.

 




La notte era ormai scesa, Trixy si sentiva stanca e infreddolita quando decise di tornare in scuderia per riposarsi. 

Una volta giunta al suo box, la piccola Trixy piegò le zampe, cercando dapprima la posizione seduta per poi arrivare a sdraiarsi su di un fianco, pochi instanti dopo chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di Morfeo.

 

Fu una notte ricca di sogni e premonizioni quella di Trixy tanto che, al mattino seguente, quando la piccola si svegliò fu pervasa da un’euforia irrefrenabile. Trixy non stava nel manto, sentiva la necessità di raccontare il suo sogno alle cavalle più adulte che condividevano con lei scuderia e cibo.

 

Durante la notte – si accingeva a raccontare alle altre “inquiline” - Morfeo l’aveva accompagnata attraverso quel viaggio che tanto desidera fare, quello oltre l’orizzonte.

Il Dio del sonno, infatti, le aveva svelato che, se avesse galoppato fino a quel misterioso confine senza mai arrendersi, un varco si sarebbe aperto dinnanzi a lei e, questo, le avrebbe finalmente permesso di raggiungere il mondo dall’altra parte.

“Chi meglio di Morfeo può conoscere come realizzare i nostri sogni!” -concluse Trixy con aria sicura. Nel frattempo le sue ascoltatrici si scambiavano sguardi complici, tipici di chi annuisce al racconto solo per non deludere l’ingenuità di una piccola puledra.

Ben presto Trixy si accorse della loro incredulità e, un po’ delusa dal suo non sentirsi compresa da chi dovrebbe insegnarle a credere nei sogni, decise di allontanarsi a pascolare l’erba per stare un po’ da sola con sé stessa ed i suoi “stupidì” sogni.

 

Passò tutto il giorno a domandarsi se davvero fosse così sbagliato credere in quello che, per gli altri, era impossibile. Questo pensiero un po' pesante le aveva fatto compagnia per tutto il giorno e, in un batter d’occhio, arrivò il calar del sole.

 “Trixy, non stare qui fuori al freddo, torna in scuderia con noi, il fieno ci aiuterà a scaldarci!” - Le consiglio Contessa, la più anziana del gruppo - 

Ella spostò per un attimo lo sguardo verso di Contessa, sbuffò scuotendo appena il capo prima di tornare a contemplare l’orizzonte. Rimase nel campo e solo quando calò la notte si ritirò in scuderia, giurando a sé stessa che, al prossimo sorgere del sole, avrebbe galoppato fino al confine.

Non era stato mai così difficile per la piccola prender sonno, le parole delle anziane della scuderia rimbombano nella mente di Trixy – “ormai ho deciso, domattina raggiungerò il mondo dall’altra parte!” – si ammonì,  prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi.

 

Il mattino seguente fu la timida luce dell’alba a svegliare Tirixy. Il sole, filtrando attraverso le travi di legno poste sul muro di fronte a lei, le aveva appena accarezzato il capo, come una madre amorevole intenta ad annunciare l’inizio di un nuovo giorno.

 

Bastarono solo pochi istanti e Trixy comprese che il sole l’aveva svegliata per ricordarle che il giorno più importante della sua vita era arrivato: “nulla fermerà il mio galoppo, oggi raggiungerò il confine per entrare nel mondo dall’Altra Parte!”

Fece leva con gli zoccoli delle zampe anteriori sulla terra per sollevarsi e, dopo pochi istanti, si trovò a quattro zampe.

Lentamente si avvicinò all’angolo del fieno e si nutrì abbondantemente.

Con andatura lenta e silenziosa passò davanti alle altre cavalle adulte che stavano ancora riposando, le salutò ed uscì dalla scuderia.

Da quel momento Trixy, senza mai voltasi indietro, iniziò a galoppare a perdi fiato verso l’orizzonte.

 

L’avventuroso viaggio di Trixy durò diversi mesi, furono innumerevoli le volte in cui la voglia di voltarsi indietro l’aveva messa alla prova. In più occasioni la mancanza del profumo di fieno e del calore della sua scuderia si era fatta sentire eppure mai si arrese.

Ogni qualvolta la fame aveva indebolito le sue zampe, Trixy riuscì a nutrirsi con l’erba che boschi e prati riuscivano ad offrirle.

Quando la pioggia ed il vento avevano reso difficoltoso il suo percorso, il fato le aveva fatto trovare, come me magia, dei ripari di fortuna, così che Trixy poté galoppare ancora e ancora.

Nei momenti difficili cercò di ricordare a sé stessa il motivo che l’aveva spinta ad intraprendere quel viaggio.

 

E fu così, che arrivò il giorno del “non tempo”.

Il giorno in cui Trixy raggiunse la linea di confine.

Il giorno in cui una dimensione di immobilità circondò Trixy e ogni cosa intorno a lei.

Tutto era lento, pensieri, movimenti ed emozioni, tutto sembrava essere sospeso.

Aveva raggiunto quella che, nel mondo dall’altra parte, viene definita la Terra di Mezzo,

la stessa che nel mando da questa parte è conosciuto come lo stato di dormi veglia che anticipa il sonno.

Trixy non credeva ai suoi occhi, tanto che questa emozione la porto ad impennarsi e a nitrire. Proprio in quell’instante Morfeo, Dio del sonno, si materializzò davanti alla giovane cavalla: “Mia piccola Trixy, se oggi sei arrivata fino alla linea di confine tra i due mondi è perché non hai mai smesso di credere nei tuoi sogni.” -Si complimentò Morfero – “Quella notte, durante quel sogno, ti avevo rivelato che, se avessi galoppato verso l’orizzonte senza mai arrenderti, avresti raggiunto il Mondo dall’Altra Parte e, oggi, sei arrivata!” - proferì Morfeo.

 

Il cuore di Trixy fu pervaso da un turbinio di emozioni, i suoi occhi si riempirono di lacrime e, tanta era l’impazienza di scoprire l’ignoto, che con lo zoccolo della zampa sinistra iniziò a raspare il terreno.

 

“Mia cara Trixy, non voglio dilungare la tua trepidante attesa, è arrivato per te il momento di attraversare il confine!” - esclamò a voce grossa Morfeo.

 

Trixy era incredula, stava per realizzare il suo sogno e non sapeva che da li a pochi instanti davanti ai suoi occhi si sarebbe rivelato un gigantesco arcobaleno. Era un meraviglioso ponte dipinto di rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola.  Rimase affascinata da meraviglia che era appena apparsa dinnanzi a sé.

Senza neanche rendersene conto, salì sul ponte e, non appena appoggiò una zampa sull’arcobaleno il suo manto iniziò a mutare il suo colore.

 

In pochi istanti il manto di Trixy da marrone intenso diventò bianco, anzi bianchissimo. Criniera, ciuffo e coda si tinsero di viola, azzurro, giallo e verde.

Sulla fronte, esattamente, tra i due occhi spuntò, improvvisamente, un enorme corno dorato.

Trixy, per tutta la durata della sua trasformazione riuscì a specchiarsi nell’arcobaleno.

S percepì diversa e, proprio in quel momento, comprese di essersi trasformata in una creatura magica, Un’ unicorna! Adesso era pronta a lasciare la Terra di Mezzo per entrare nel Mondo dall’Altra Parte

 

Così, Da quel giorno Trixy decise di restare nel suo nuovo mondo, per vivere in quella dimensione magica che aveva fatto parte di lei, da sempre.

 

Il cammino di Trixy l’aveva condotta fino a quella frequenza energetica, perché la sua missione era quella di lottare per scoprire la sua natura magica e, proprio attraverso la magia, aiutare tutti coloro che hanno bisogno di credere in sé stessi e nei loro sogni.

 

Morfeo, seguì attentamente il percorso di Trixy nei due mondifu orgoglioso di quella piccola unicorna che, durante quel sogno aveva creduto a quello che lui stesso le aveva svelato.

Il Dio del sonno si rese conto che, attraverso il mondo dei sogni, era riuscito a comunicare con la parte di profonda di Trixy e, per questo, comprese che questa unicorna poteva divenire un amuleto di coraggio, forza e speranza per tutte quelle persone che hanno difficoltà nell’abbandonarsi al mondo dei sogni.

 

Così, un giorno, Morfeo convocò Trixy al suo cospetto, spiegandole quello che, lui, aveva riconosciuto in lei proponendole di trasformarsi, per sempre, in amuleto magico.

Lei non esitò nemmeno per un attimo, quando Morfei le comunico che, attraverso il cuore e le mani di Serendipity Hand Made di Lucrezia di Lernia si sarebbe trasformata in un cuscino magico ne fu entusiasta.

Così Morfeo sigillò la magia, trasformando Trixy in un vero e proprio amuleto del mondo dei sogni.

 

Da quel giorno le mie mani, in perfetta sintonia con il mio cuore, hanno lavorato alla realizzazione di un cuscino a forma di testa di unicorno. Un soffice amuleto da abbracciare così che, l’energia di questa creatura magica, saprà accompagnarti nel TUO Mondo dall’Altra parte.

 

Attraverso un magico cuscino a forma di testa di unicorno, soffice e che profuma di lavanda verrai cullato/a fino a raggiungere la parte più vera di te. 

Raggiungerai quello spazio in cui tutto è chiaro.

Raggiungerai quello spazio dove forza e perseveranza sono facilmente accessibili.

 


Ah, un’ultima cosa: pare che tra gli abitanti de il Mondo dall’Altra Parte si narri di una leggenda, quella in cui, un corno dorato posto sulla fronte di una creatura che assomiglia molto ad un cavallo bianco con criniera colorata abbia la facoltà di far avverare ogni desiderio. Per far si che questo accada è necessario stringere tra le mani il corno, chiudere gli occhi e pensare intensamente al proprio desiderio.


Dal mio cuore fino al Vostro!

Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia

(Naturopata specializzata in Terapia Alimentare, Fitocomplementi.

Esperta di cucito terapia.)


Per info e costi puoi contattarmi in privato:

lucreziadilernia82@gmail.com 

 






Monday, June 17, 2024

FIOCCO NASCITA: L'ORSETTO BALOO E LA MAGIA DELLA LUNA

 




Pianeta Terra, 16 giugno 2024 alle 12:32 e’ nato il piccolo Gioele.

La nonna di questa dolce creatura ha deciso, anche questa volta, di affidarsi a Serendipity Hand Made di Lucrezia di Lernia per accompagnare l’arrivo del piccolo su questa Terra e di questo non posso che esserne onorata.



Ricordo che questa richiesta è stata la prima dell’anno 2024. Ho ancora impresso nel cuore il momento in cui ho chiuso la telefonata con Lella, ero felice perché non poteva arrivarmi richiesta più bella come prima commissione dell’anno!




Allora non mi resta che sigillare questo momento facendo gli auguri a Mamma Sara, Papà Giuseppe e al fratellino Samuel così come ai nonni Lella e Renato.
Vi stringo tutti in un caldo abbraccio di amore incondizionato 🧙🏻‍♀️


Per info e costi puoi contattarmi in privato:

lucreziadilernia82@gmail.com 

 

Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia

(Naturopata specializzata in Terapia Alimentare, Fitocomplementi.

Esperta di cucito terapia.)

Wednesday, February 21, 2024

SUMMER BAG: Juta and red crochet

 


Ultimo lavoro terminato ieri.

In questa occasione mi è stata commissionata la decorazione di questa borsa di juta nella quale era prevista l’applicazione di una stella marina, quattro coralli ed un pesciolino realizzati all’uncinetto. Mi sono, poi, occupata di sostituire i manici che, nella borsa consegnatami, erano in tessuto nero . Come ultimo passaggio ho inserito dei punti luce alla decorazione grazie all’applicazione di qualche perlina qua e là.

Realizzare quanto mi è stato richiesto e’ stato divertente, anche perché è stato il mio

primo lavoro a quattro mani, un’ esperienza che mi ha  davvero stimolata e soddisfatta. Domani effettuerò la consegna, spero che la cliente sia soddisfatta almeno quanto me❤️


Per info e costi puoi contattarmi in privato:

lucreziadilernia82@gmail.com 

 

Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia

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Esperta di cucito terapia.)

MY LITTLE SPRING BAG



Ciao a tutti,

Dopo diversi mesi di assenza e di lontananza da ago e filo sono super felice di presentarvi la mia ultima creazione che ho deciso di chiamare: 

“My little sprig bag”



Qualche giorno fa, quando ho deciso di prendere in mano ago e filo, non sapevo esattamente dove il cuore e le mani mi avrebbero portata.

Non sapevo esattamente cosa avrei realizzato, soprattutto non sapevo come realizzare quel “qualcosa” che sentivo nascere dentro di me che, però, non aveva  ancora una forma definita.

Ricordo di aver aperto l’anta del mio piccolo armadio della creatività e di aver afferrato con dolcezza due mucchietti di pannolenci colorati, quelli che mi aveva regalo una mia cara amica qualche mese fa.

Ho memoria di aver scelto i colori che più sentivo miei, o meglio, quelle tonalità cromatiche che sarebbero state in grado di lenire  quel bisogno di ascolto così intenso che abitava dentro di me già da qualche giorno.

Ecco, la mia memoria arriva fino a qui, tutto quello che è accaduto successivamente e che mi ha portato a realizzare “my little sprig bag” resta un mistero, un incantesimo.

Resta Magia.

Una magia che ha generato in me questo pensiero che voglio condividere con voi:


“Auguro a chiunque di riconoscere nelle proprie profondità un luogo in cui poter occuparsi di sé.

Auguro a chiunque di impiegare una parte della propria vita nella ricerca di quello che io definisco “il nostro spazio medicina”. Un dimensione dove potersi curare senza il bisogno di nessuno. Un tempo nel quale poter esistere nella sola unione con la propria energia creativa. Perché ho compreso l’importanza di questi attimi quando si rendere utile e necessario risanare le ferite.

Questa è una via per farlo anche solo per qualche istante.

Forse per qualche ora.

Oppure per sempre. Perché, forse, anche in un solo attimo esiste l’eternità.”

Dal mio cuore fino al vostro.


Per info e costi puoi contattarmi in privato:

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Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia

(Naturopata specializzata in Terapia Alimentare, Fitocomplementi.

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Wednesday, January 3, 2024

PINOCCHIO: La sacralità dell’errore e la libertà di essere sempre fedeli a sé stessi

 

Ciao a tutti,


E’ passato più di un anno da quando ho terminato la realizzazione delle mie prime bambole di pezza.

Erano tantissime le bambole di pezza che avrei potuto realizzare, e chi lavora nel mondo del cucito creativo come me lo sa bene, eppure l’istinto mi ha potato, in qualche modo, a trasformarmi per diversi giorni in Geppetto.

Quando decisi di mettermi alla prova gli unici strumenti che avevo a disposizione erano: tessuti, ago, filo, mani, cuore e intuito.

Mi misi all’opera, consapevole del fatto che avrei potuto non raggiungere quell’obiettivo. Non mi interessava il possibile “fallimento”, io dovevo realizzare Pinocchio non solo, volevo e dovevo creare per lui, una compagna di vita "Pinocchia".

Così, dopo aver recuperato i cartamodelli, mi recai presso il mio fornitore di tessuti, per poter iniziare quanto prima questa esperienza.

 

Passano i giorni e, pian pianino, le mie bambole di pezza iniziano a venire alla luce. Più queste prendono forma, più riesco a percepire la loro Anima. Riesco a sentire il loro cuore che batte, proprio come accadde a Geppetto quando, osservando quel tronco d’albero che così generosamente Mastro Ciliegia gli aveva donato, resta stupefatto di quel “tum, tum” che proviene proprio da quel pezzo di legno apparentemente inanimato.

 


Ad oggi posso dire che creare queste bambole di pezza è stata una grandissima terapia per me, perché attraverso ago e filo, attraverso ogni punto cucito è stato come entrare nel significato profondo della fiaba di Collodi. Significato che, però, non corrisponde a quello che ho sempre creduto. Fin da piccola, infatti, ho imparato a conoscere Pinocchio come il burattino di legno che non impara mai dai suoi errori. Un pezzo di legno animato che si fida del prossimo senza mai proteggersi dai pericoli che questo comportamento può comportare e che per mascherare i suoi errori, racconta bugie che gli fanno crescere il naso.

Un burattino senza fili che lo guidano. Un burattino che non ascolta ciò che gli viene detto di fare. Ricorderete anche voi che sono tre le figure che ricoprono questo ruolo nella fiaba: Geppetto, il Grillo parlante e la Fata turchina.

Questi sono sempre pronti a suggerire lui cosa è giusto e cosa sarebbe meglio fare, eppure lui sembra proprio non sentire quanto gli viene consigliato.

 




Oggi però, quando guardo le mie bambole di pezza, avverto una sensazione che dona un significato molto diverso a quella Fiaba che credevo di conoscere:

 Un pezzo di legno che, attraverso tutti gli errori che commette e che lo portano a cacciarsi nei guai, si costringe, in qualche modo, a trovare una soluzione per uscire dalla situazione in cui si è cacciato.

 

Un burattino che, proprio grazie a tutte quelle difficoltà che si costringe a vivere, lo conducono ad una profonda conoscenza di sé stesso e del suo animo buono e puro.

 

Un burattino che, attraverso l’errore, riesce a dare vita al suo sogno. Un sogno apparentemente impossibile da raggiungere, ma che lui riesce a realizzare e cioè quello di diventare bambino.

 

Da oggi per me Pinocchio non è più il simbolo del burattino bugiardo che commette errori.

Da oggi per me Pinocchio è, e sarà per sempre, il simbolo della sacralità dell’errore. Perché la vita è fatta di sbagli e proprio attraverso gli errori che è possibile comprendere lo sbaglio che è stato commesso così da non ripeterlo ancora.

 Da oggi per me Pinocchio è, e sarà per sempre, il simbolo della libertà di vivere la vita essendo sempre fedeli a sé stessi. Senza adempiere a disegni o preconcetti suggeriti da qualcun’ altro. Proprio come Pinocchio, burattino senza fili e senza marionettista pronto a muovere il bilancino per raccontare una storia di qualcun altro.

 

Ed è proprio nel momento in cui l'archetipo di Pinocchio si rivela ai miei livelli consci, che comprendo il perché è stata proprio questa la mia prima bambola di pezza.

Ecco che, allora, ringrazio l’Universo per donarmi in ogni instante, attraverso piccoli grandi eventi della mia vita, tutte le risposte alle domande che gli affido.

 

Ancora una volta mi rendo conto di quanto la creatività possa divenire una via per la conoscenza profonda di sé stessi, oserei dire : UNA  CURA  PER  L’ANIMA.

 

 


 

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Thursday, January 5, 2023

GELTRUDE EPIPHANEIA , la Befana dell’Amor proprio

   


                 Terra Dell’Altra Parte (Pianeta Luna), Notte del 5 gennaio di un tempo sconosciuto

 

È notte inoltrata quando la giovane Geltrude vaga per i campi della Terra dall’altra parte, è in cerca di uno spazio protetto che possa donarle pace. Per proteggersi dal freddo si stringe nella sua camicia da notte bianca, quella che le ha donato la sua adorata nonnina Cordelia la notte tra il ventiquattro e il venticinque dicembre.

Ricorda ancora quando, quella sera, dinnanzi allo specchio indossò “quell’ abito” e si immagino di concedere il primo ballo al suo principe azzurro:

“Mi concede un ballo gentil donzella?” la interrogò lui inchinandosi verso di lei, con un braccio dietro la schiena e l’altro proteso ad aspettare la sua mano.

Lei abbassò gli occhi verso terra e con un timido sorriso che le dipinse le gote di rosso rispose sussurrando: “Perché no?”.

Così si lasciarono andare in un ballo che li unì, per sempre.

Fu, però, la voce di sua Nonna Cordelia a riportarla bruscamente alla realtà: “è di tuo gradimento mia cara?”

“Certo nonna, questo abito da notte mi fa sentire una vera principessa!”-  Le rispose guardandosi fiera nello specchio.

Soltanto qualche giorno dopo quella sera la piccola Geltrude si trovò travolta dalle sue paure. Era nella sua stanza e appena scorse l’abito da notte nel suo armadio si trovo sopraffatta dalle sue fragilità. Sentì il bisogno di uscire, anche se era notte fonda e sua nonna Cordelia le aveva raccomandato più volte di non allontanarsi nelle ore tarde. Quella sera, inspiegabilmente, Geltrude non riuscì a dare ascolto a tutte quelle raccomandazioni, aveva solo voglia di correre via, lontano da quei pensieri. Così non ci pensò due volte, indossò l’abito da notte, si strinse una sciarpa al collo e si infilò in testa il cappello nero ed iniziò a correre.

Sentiva di avere freddo: “forse sarà meglio che io torni indietro” si domandò più volte – eppure, qualcosa di più forte la trascinava nella direzione che aveva preso.

Fu così che, dopo aver varcato l’ingresso del bosco, scorse qualcosa dinnanzi a sé. Erano delle Donne, avvolte il un mantello nero, erano in cerchio e si tenevano per mano. All’interno del cerchio vi erano delle candele accese.

La giovane Geltrude cercò di avvicinarsi cautamente a quello che aveva appena scorto qualche istante prima oltre i rami che la proteggevano da quello scenario.

I canti soavi e gentili di quelle Donne aveva un effetto ipnotico su di lei, quasi come se riconoscesse un richiamo così forte da non poter fare a meno di avanzare in quella direzione.

Più si avvicinava a loro più si sentiva a casa, in Pace con sé stessa.

Da lì a poco si trovò a qualche centimetro da quel cerchio di Donne, era spaventata e curiosa. Desiderava guardare i volti chini di queste donne anche se sentiva di avere paura.

L’istinto la spinse a prendere parte del cerchio.

Prese la mano di una di quelle Donne e senza alcun tipo di resistenza Geltrude si trovò a far parte delle Donne del Risveglio. Si rese conto di questo non appena l’altra sua mano si congiunge all’altra Donna accanto a sé, ed il cerchio si chiuse.

In quell’istante nella mente di Geltrude iniziarono a susseguirsi una serie di immagini, flash e ricordi suoi, delle sue vite passate e di tutte quelle Donne che vivono le sue stesse fragilità. Paure che nascono nella mancanza di radici profonde, radici capaci di donare ad ogni Donna il giusto grado di Amor proprio.  

Da lì a poco Geltrude comprese che, ognuna delle Donne presenti in quel cerchio aveva, nel suo cuore, una cicatrice che era stata chiamata a guarire per poter poter adempiere alla missione di Curandera magica. Ognuna con la sua missione.

Al termine dei canti, quando il cerchio si sciolse arrivò il momento dell’assegnazione della missione di ogni Guaritrice dell’Anima.

Geltrude sapeva perfettamente quale fosse la sua missione, perché sapeva riconoscere la ferita che aveva abitato per molti anni nel suo cuore. Prima di quella notte, però, non si era mai resa conto che il coraggio di essere restata in quella ferita, la forza che aveva avuto nel guardare in faccia alla sua paura più profonda le aveva dato la possibilità di guarirla. Perché guarire da una ferità altro non è che farsi attraversare, accettare e vivere quello che siamo chiamati a sentire.

Così, arrivo il momento di Geltrude: “Da questo momento ti nomino Epiphàneia, la saggia Donna dell’Amor proprio” – La saggia Donna del Cerchio congedò Geltrude indirizzandola verso la sua nuova vita di Donna Risvegliata.

 


Mentre realizzavo Geltrude ho immaginato così la sua storia “nel mondo dall’altra parte”. Proprio per questo motivo è la simbologia dell’Amor proprio che caratterizza la mia creazione, questo significa che chiunque verrà in possesso di Geltrude Epiphàneia, avrà sempre con sé la giusta energia per ricongiungersi all’Amor proprio.

 

Buona Befana a Tutti!

 



 

Con Amore e Magia.

Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia

(Naturopata specializzata in Terapia Alimentare, Fitocomplementi.
Esperta di cucito terapia.)

 

 

 

QUESTA E' LA STORIA DI TRIXY

Cuscino testa di unicorno- cucito creativo realizzato con l'utilizzo di cotone italiano Questa è la storia di trixy, una puledra che sog...