Questa è la storia di trixy, una puledra che sognava un futuro magico.
Trixy era solita brucare l’erba nel grande campo accanto alla scuderia alla quale era stata affidata, qualche mese prima, dalla sua famiglia umana.
Trixy si era ormai affezionata a quel nuovo ambiente, le piaceva molto quella casetta fatta di travi di legno nella quale si rifugiava dal freddo e dalle intemperie. La scuderia era divenuta il suo posto sicuro, un piccolo spazio che profumava di fieno e famiglia.
Come ogni giorno, dopo aver pascolato, la piccola Trixy aveva permesso ai suoi occhi di galoppare fino all’orizzonte, fino a quella linea lontana che, per lei, aveva rappresentato, da sempre, il punto in cui finisce la realtà e inizia il sogno.
Ogni qualvolta i suoi occhi raggiungevano quella linea di confine tra i due mondi i battiti del suo cuore si facevano sempre più veloci. Questo accadeva perché l’orizzonte riusciva a metterla in contatto con uno spazio sacro, una dimensione in cui riusciva a sentirsi davvero sé stessa.
Di questo suo modo di sentire il mondo ne aveva parlato anche con le adulte della scuderia, le quali le avevano assicurato che, oltre quella linea, non esisteva nulla di diverso da quello che era il mondo da questa parte.
Trixy era rimasta più volte in ascolto di quello che le più grandi le avevano raccontato eppure, dentro al suo cuore, non aveva mai creduto fino in fondo alle loro parole. In cuor suo, Trixy, sapeva che oltre l’orizzonte esisteva qualcosa di più, qualcosa di magico.
Fu di nuovo mattina quando, la piccola, era ancora accovacciata sul fieno in compagnia della sua fantasia. D’un tratto si rese conto che, il suo cuore e la sua mente l’avevano appena condotta in quella dimensione sottile in cui il mondo oltre il confine inizia a vibrare forte dentro di lei. Decise di dedicare ancora qualche istante a questo momento introspettivo prima di alzarsi e raggiungere il suo angolo di campo preferito per mettersi in contemplazione dell’orizzonte.
Trixy, seppur faticava a spiegarsi il perché, sentiva sempre più forte il bisogno di connettersi con il mondo oltre e, per questo, decise che dal quel momento, non sarebbe tornata in scuderia prima dell’imbrunire.
La giornata trascorse come le altre fino a che, d’un tratto, accadde qualcosa di inspiegabile, d’improvviso il tempo sembrava scorrere più lento.
Trixy iniziò a percepire qualcosa di intenso.
Sentiva i suoi zoccoli affondare lenti e decisi nella terra sotto le sue zampe, percepiva le sue palpebre aprirsi e chiudersi con una lentezza che mai prima d’ora aveva conosciuto. Si rese conto di essere entrata in uno spazio in cui tutto si muoveva e si colorava in modo diverso.
Era tutto così strano quel suo modo di percepire ogni cosa, eppure questa cosa non la spaventava affatto.
La luce intensa, tipica del sole quando è ancora alto, aveva l’asciato spazio ad un cielo dipinto di rosa e arancione.
L’aria si era fatta più pungente tanto che, qualche soffio di vento le spostava il ciuffo e la criniera.
A farle compagnia era rimasta qualche piccola mosca che, con il suo fare un po’ dispettoso, le ronzava intono, prima sul naso poi si gli occhi costringendola a scuotere il capo a destra e sinistra, così da interrompere quel ronzio intermittente.
Il rumore del silenzio si era fatto assordante e, un brivido sul corpo di Trixy, le aveva richiamato alla memoria il profumo del fieno, era certa che quella sensazione, era figlia della mancanza di quel senso di protezione e sicurezza che solo la scuderia sapeva trasmetterle. Nonostante ciò, quel senso di solitudine non fu abbastanza forte da impedirle di restare lì, ad osservare il sole svanire lentamente oltre quella misteriosa linea di confine.
“E’ tutto così meraviglioso!” – esclamò a sè stessa nell’osservare la naturalezza con la quale il sole era riuscito a superare l’orizzonte. Immediatamente un pensiero si affaccio nella mente di Trixy: “allora non mi sbagliavo, oltre quel confine esiste davvero il mondo che ho sempre sognato!”.
Trixy nitrii, sollevò il capo verso il cielo e promise a sé stessa che, presto, avrebbe realizzato il suo sogno, quello di oltrepassare la linea di confine tra due mondi.
La notte era ormai scesa, Trixy si sentiva stanca e infreddolita quando decise di tornare in scuderia per riposarsi.
Una volta giunta al suo box, la piccola Trixy piegò le zampe, cercando dapprima la posizione seduta per poi arrivare a sdraiarsi su di un fianco, pochi instanti dopo chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di Morfeo.
Fu una notte ricca di sogni e premonizioni quella di Trixy tanto che, al mattino seguente, quando la piccola si svegliò fu pervasa da un’euforia irrefrenabile. Trixy non stava nel manto, sentiva la necessità di raccontare il suo sogno alle cavalle più adulte che condividevano con lei scuderia e cibo.
Durante la notte – si accingeva a raccontare alle altre “inquiline” - Morfeo l’aveva accompagnata attraverso quel viaggio che tanto desidera fare, quello oltre l’orizzonte.
Il Dio del sonno, infatti, le aveva svelato che, se avesse galoppato fino a quel misterioso confine senza mai arrendersi, un varco si sarebbe aperto dinnanzi a lei e, questo, le avrebbe finalmente permesso di raggiungere il mondo dall’altra parte.
“Chi meglio di Morfeo può conoscere come realizzare i nostri sogni!” -concluse Trixy con aria sicura. Nel frattempo le sue ascoltatrici si scambiavano sguardi complici, tipici di chi annuisce al racconto solo per non deludere l’ingenuità di una piccola puledra.
Ben presto Trixy si accorse della loro incredulità e, un po’ delusa dal suo non sentirsi compresa da chi dovrebbe insegnarle a credere nei sogni, decise di allontanarsi a pascolare l’erba per stare un po’ da sola con sé stessa ed i suoi “stupidì” sogni.
Passò tutto il giorno a domandarsi se davvero fosse così sbagliato credere in quello che, per gli altri, era impossibile. Questo pensiero un po' pesante le aveva fatto compagnia per tutto il giorno e, in un batter d’occhio, arrivò il calar del sole.
“Trixy, non stare qui fuori al freddo, torna in scuderia con noi, il fieno ci aiuterà a scaldarci!” - Le consiglio Contessa, la più anziana del gruppo -
Ella spostò per un attimo lo sguardo verso di Contessa, sbuffò scuotendo appena il capo prima di tornare a contemplare l’orizzonte. Rimase nel campo e solo quando calò la notte si ritirò in scuderia, giurando a sé stessa che, al prossimo sorgere del sole, avrebbe galoppato fino al confine.
Non era stato mai così difficile per la piccola prender sonno, le parole delle anziane della scuderia rimbombano nella mente di Trixy – “ormai ho deciso, domattina raggiungerò il mondo dall’altra parte!” – si ammonì, prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi.
Il mattino seguente fu la timida luce dell’alba a svegliare Tirixy. Il sole, filtrando attraverso le travi di legno poste sul muro di fronte a lei, le aveva appena accarezzato il capo, come una madre amorevole intenta ad annunciare l’inizio di un nuovo giorno.
Bastarono solo pochi istanti e Trixy comprese che il sole l’aveva svegliata per ricordarle che il giorno più importante della sua vita era arrivato: “nulla fermerà il mio galoppo, oggi raggiungerò il confine per entrare nel mondo dall’Altra Parte!”
Fece leva con gli zoccoli delle zampe anteriori sulla terra per sollevarsi e, dopo pochi istanti, si trovò a quattro zampe.
Lentamente si avvicinò all’angolo del fieno e si nutrì abbondantemente.
Con andatura lenta e silenziosa passò davanti alle altre cavalle adulte che stavano ancora riposando, le salutò ed uscì dalla scuderia.
Da quel momento Trixy, senza mai voltasi indietro, iniziò a galoppare a perdi fiato verso l’orizzonte.
L’avventuroso viaggio di Trixy durò diversi mesi, furono innumerevoli le volte in cui la voglia di voltarsi indietro l’aveva messa alla prova. In più occasioni la mancanza del profumo di fieno e del calore della sua scuderia si era fatta sentire eppure mai si arrese.
Ogni qualvolta la fame aveva indebolito le sue zampe, Trixy riuscì a nutrirsi con l’erba che boschi e prati riuscivano ad offrirle.
Quando la pioggia ed il vento avevano reso difficoltoso il suo percorso, il fato le aveva fatto trovare, come me magia, dei ripari di fortuna, così che Trixy poté galoppare ancora e ancora.
Nei momenti difficili cercò di ricordare a sé stessa il motivo che l’aveva spinta ad intraprendere quel viaggio.
E fu così, che arrivò il giorno del “non tempo”.
Il giorno in cui Trixy raggiunse la linea di confine.
Il giorno in cui una dimensione di immobilità circondò Trixy e ogni cosa intorno a lei.
Tutto era lento, pensieri, movimenti ed emozioni, tutto sembrava essere sospeso.
Aveva raggiunto quella che, nel mondo dall’altra parte, viene definita la Terra di Mezzo,
la stessa che nel mando da questa parte è conosciuto come lo stato di dormi veglia che anticipa il sonno.
Trixy non credeva ai suoi occhi, tanto che questa emozione la porto ad impennarsi e a nitrire. Proprio in quell’instante Morfeo, Dio del sonno, si materializzò davanti alla giovane cavalla: “Mia piccola Trixy, se oggi sei arrivata fino alla linea di confine tra i due mondi è perché non hai mai smesso di credere nei tuoi sogni.” -Si complimentò Morfero – “Quella notte, durante quel sogno, ti avevo rivelato che, se avessi galoppato verso l’orizzonte senza mai arrenderti, avresti raggiunto il Mondo dall’Altra Parte e, oggi, sei arrivata!” - proferì Morfeo.
Il cuore di Trixy fu pervaso da un turbinio di emozioni, i suoi occhi si riempirono di lacrime e, tanta era l’impazienza di scoprire l’ignoto, che con lo zoccolo della zampa sinistra iniziò a raspare il terreno.
“Mia cara Trixy, non voglio dilungare la tua trepidante attesa, è arrivato per te il momento di attraversare il confine!” - esclamò a voce grossa Morfeo.
Trixy era incredula, stava per realizzare il suo sogno e non sapeva che da li a pochi instanti davanti ai suoi occhi si sarebbe rivelato un gigantesco arcobaleno. Era un meraviglioso ponte dipinto di rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. Rimase affascinata da meraviglia che era appena apparsa dinnanzi a sé.
Senza neanche rendersene conto, salì sul ponte e, non appena appoggiò una zampa sull’arcobaleno il suo manto iniziò a mutare il suo colore.
In pochi istanti il manto di Trixy da marrone intenso diventò bianco, anzi bianchissimo. Criniera, ciuffo e coda si tinsero di viola, azzurro, giallo e verde.
Sulla fronte, esattamente, tra i due occhi spuntò, improvvisamente, un enorme corno dorato.
Trixy, per tutta la durata della sua trasformazione riuscì a specchiarsi nell’arcobaleno.
S percepì diversa e, proprio in quel momento, comprese di essersi trasformata in una creatura magica, Un’ unicorna! Adesso era pronta a lasciare la Terra di Mezzo per entrare nel Mondo dall’Altra Parte
Così, Da quel giorno Trixy decise di restare nel suo nuovo mondo, per vivere in quella dimensione magica che aveva fatto parte di lei, da sempre.
Il cammino di Trixy l’aveva condotta fino a quella frequenza energetica, perché la sua missione era quella di lottare per scoprire la sua natura magica e, proprio attraverso la magia, aiutare tutti coloro che hanno bisogno di credere in sé stessi e nei loro sogni.
Morfeo, seguì attentamente il percorso di Trixy nei due mondi, fu orgoglioso di quella piccola unicorna che, durante quel sogno aveva creduto a quello che lui stesso le aveva svelato.
Il Dio del sonno si rese conto che, attraverso il mondo dei sogni, era riuscito a comunicare con la parte di profonda di Trixy e, per questo, comprese che questa unicorna poteva divenire un amuleto di coraggio, forza e speranza per tutte quelle persone che hanno difficoltà nell’abbandonarsi al mondo dei sogni.
Così, un giorno, Morfeo convocò Trixy al suo cospetto, spiegandole quello che, lui, aveva riconosciuto in lei proponendole di trasformarsi, per sempre, in amuleto magico.
Lei non esitò nemmeno per un attimo, quando Morfei le comunico che, attraverso il cuore e le mani di Serendipity Hand Made di Lucrezia di Lernia si sarebbe trasformata in un cuscino magico ne fu entusiasta.
Così Morfeo sigillò la magia, trasformando Trixy in un vero e proprio amuleto del mondo dei sogni.
Da quel giorno le mie mani, in perfetta sintonia con il mio cuore, hanno lavorato alla realizzazione di un cuscino a forma di testa di unicorno. Un soffice amuleto da abbracciare così che, l’energia di questa creatura magica, saprà accompagnarti nel TUO Mondo dall’Altra parte.
Attraverso un magico cuscino a forma di testa di unicorno, soffice e che profuma di lavanda verrai cullato/a fino a raggiungere la parte più vera di te.
Raggiungerai quello spazio in cui tutto è chiaro.
Raggiungerai quello spazio dove forza e perseveranza sono facilmente accessibili.
Ah, un’ultima cosa: pare che tra gli abitanti de il Mondo dall’Altra Parte si narri di una leggenda, quella in cui, un corno dorato posto sulla fronte di una creatura che assomiglia molto ad un cavallo bianco con criniera colorata abbia la facoltà di far avverare ogni desiderio. Per far si che questo accada è necessario stringere tra le mani il corno, chiudere gli occhi e pensare intensamente al proprio desiderio.
Dal mio cuore fino al Vostro!
Serendipity - Hand Made di Lucrezia di Lernia
(Naturopata specializzata in Terapia Alimentare, Fitocomplementi.
Esperta di cucito terapia.)
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